Con la Liberazione di Ferrara nell’arco di pochi anni si trasformò da un partito di poco più di 2000 iscritti a circa 56.000 alla fine del 1946. Con questa crescita riemersero i problemi – presenti anche nella guerra di liberazione – con quei comunisti che non avevano accettato il "partito di massa" e che non erano disposti a seguire la disciplina del partito. Il partito fu "costretto" all'epurazione interna. I più colpiti furono i braccianti intransigenti (tra il 1945 e il 1948 furono 549).