Articoli Fabbriche operai e conflitti
Inizia il piano di risanamento della Montedison. Negli stabilimenti di Ferrara inizia un lungo percorso – molto tumultuoso – che porta, alla fine del 1986, al forte ridimensionamento degli occupati. Si passa da 3553 dipendenti del 1980 ai 2483 del 1986.
Viene requisito il calzaturificio Zenith di Ferrara dal sindaco Radames Costa (PCI) e subito occupato dai lavoratori, dopo che la società aveva annunciato la chiusura e la smobilitazione dello stabilimento di Ferrara. Il 17 aprile del 1972, dopo diverse manifestazioni in centro città, venne riaperto.
Gli operai occupano la Lombardi Palmolive di Tresigallo dopo che la direzione il 7 ottobre aveva annunciato la diminuzione di 85 dipendenti (su 125). Immediata è la risposta dei lavoratori il 27 ottobre occupano la fabbrica. Dopo 107 giorni di occupazione i licenziamenti vengono revocati.
Numerosi scioperi articolati indetti in campo nazionale dai lavoratori chimici, metalmeccanici ed edili a seguito della rottura delle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro. Le adesioni agli scioperi sono state pressoché totali.
Sciopero nel settore saccarifero a causa dei licenziamenti decisi dall’Eridania per dare inizio ad un programma di ristrutturazione al quale sono interessati 16 zuccherifici tra i quali 6 ferraresi: Bando d’Argenta, Ferrara Argine Ducale, Ferrara Bonora, Iolanda di Savoia, San Biagio e Bondeno.
Sciopero alla Montecatini (2454 su 3860 il primo giorno e 2480 su 3917 il secondo). A Ferrara – dopo la costituzione della Monteshell petrolchimica nel 1965 – le “nuove” direzioni applicano – inizialmente fra gli operai vi era una certa attesa per un possibile miglioramento – un notevole piano di
Continua la riscossa sindacale. Nel corso dell’anno parteciparono alle lotte sindacali 96.353 lavoratori, appartenenti a quasi tutte le categorie, per un complesso di 30.811.112 ore di sciopero.
Il sindaco di Copparo Mario Fedozzi (PCI) – su mandato dei rappresentanti politici del PCI-PSI-PSDI-DC in seno al consiglio comunale – requisisce la Berco. Gli operai e gli impiegati occupano lo stabilimento. Due giorni più tardi, cioè alla sesta settimana di scioperi, il lavoro riprende per la conclusione della vertenza.
Molti dipendenti della fabbriche provinciali entrano in agitazione: la Berco – con una manifestazione fino al centro cittadino – FER, IMI, Felisatti e Zenith. Gli unici dipendenti che non aderiscono allo sciopero sono quelli della Montecatini.
La Montecatini rileva l’impianto della SAIGS che produceva gomma sintetica dal melasso. La Montecatini utilizzerà due materie prime per i sui nuovi impianti – Idrocarburi e Azoto – il petrolio e il metano.
Dopo gli ingentissimi danni di guerra, l’amministrazione comunale di Ferrara – con sindaco il comunista Giovanni Buzzoni – interviene presso i ministeri competenti per ottenere una proroga delle agevolazioni fiscali della zona industriale che erano scadute nel 1942.