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Dopo l’attentato a Palmiro Togliatti a Roma, spontaneamente decine di migliaia di lavoratori scesero in piazza in la nella provincia. Solo successi di Ferrara venne proclamato uno sciopero generale di 3 giorni. Verso le 10 del 14 luglio vennero issate delle barricate.
Con la Liberazione di Ferrara nell’arco di pochi anni si trasformò da un partito di poco più di 2000 iscritti a circa 56.000 alla fine del 1946. Con questa crescita riemersero i problemi – presenti anche nella guerra di liberazione – con quei comunisti che non avevano accettato il "partito di massa" e che non erano disposti a seguire la disciplina del partito. Il partito fu "costretto" all'epurazione interna. I più colpiti furono i braccianti intransigenti (tra il 1945 e il 1948 furono 549).