In vista del completamento della idrovia padana, il PCI ferrarese ripropose la rapida sistemazione del Po lungo tutto il corso e nel Delta per evitare ulteriori esondazioni (ormai quasi una costante delle zone limitrofe). Inoltre spingeva per il completamento della Idrovia Pontelagoscuro-Migliarino-Ostellato-Comacchio-Mare.

Il PCI ferrarese propose il Piano di sviluppo del sistema idrogeologico della val Padana. I suoi punti principali erano: una sistemazione organica delle sorgenti e delle foci dei fiumi, che prevedeva l’utilizzazione congiunta delle acque

Sin dal 1941 fu approvato il progetto esecutivo per la creazione dell’idrovia padana. Il PCI ferrarese si pose in senso favorevole alla realizzazione dell’opera, mettendo in risalto come il tracciato dovesse essere legato alla sistemazione fluviale e alla concessione delle acque, alla trasformazione e alla riforma dell’agricoltura, all’industrializzazione e al decentramento dei poteri (ai comuni e alle province).

All’interno del Piano del lavoro della CGIL – lanciato alla fine del 1949 – , il PCI ferrarese fece una risoluzione alla conclusione dei lavori della Assise del Basso ferrarese, si svolsero numerose azioni politiche che per il basso ferrarese

Attraverso la proposta di variante al PRG del comune di Comacchio, il PCI ferrarese si fa promotore di Comacchio come di un territorio e di una città che dovevano sviluppare valorizzando le risorse e le bellezze dell’ambiente.

Viene presentata dall’amministrazione comunale – a guida del comunista Radames Costa – una variante del PRG del 1960 – Il piano per Ferrara – incentrata nella conservazione del centro storico di Ferrara, limitando l’espansione periferica, ristrutturando e rinnovando l’area urbanizzata, rivitalizzando il centro storico, ecc.

Viene approvato dal comune di Ferrara – a guida del comunista Spero Ghedini – il nuovo piano regolatore (gli studi erano iniziati nel 1945). Il PRG fu pensato e attuato per difendere ed esaltare il patrimonio architettonico della città medioevale

Inizia la costruzione del quartiere Barco di Ferrara (concepito come quartiere autosufficiente) all’interno del Piano INA-CASA. Il nuovo quartiere fu costruito vicino a dei villaggi costruiti dalla Montecatini nella seconda metà degli anni Cinquanta e dell’Aniene (nei primi anni Quaranta).

L’amministrazione comunale di Portomaggiore lancia un piano casa per risolvere il quadro disastroso degli alloggi nel comune (a Portomaggiore occorrevano 1000 appartamenti o 3000 vani).

Nelle elezioni amministrative il PCI di Portomaggiore – e altri comuni del ferrarese – si presentò alle elezioni con un simbolo inedito: quello dell’acquedotto.